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La cura della pelle è il segreto di bellezza del Met Gala

L’importanza di facialist e suite per il viso per celeb e addetti ai lavori

La cura della pelle è il segreto di bellezza del Met Gala L’importanza di facialist e suite per il viso per celeb e addetti ai lavori

Ogni primo lunedì di maggio la scalinata del Metropolitan Museum of Art si trasforma in una passerella d’élite, dove moda, celebrità e teatralità convivono in un’euforia coreografata al millimetro. Dietro il tripudio di piume couture, corsetti scolpiti e silhouette surreali c’è un rituale silenzioso che precede l’arrivo dei flash: la cura della pelle. Non è il vestito firmato Schiaparelli o il trucco meticolosamente applicato a fare davvero la differenza, bensì quello speciale glow, quasi etereo, che trasforma un volto celebre in un’icona. E no, non nasce nel backstage. Nasce molto prima, tra vapori purificanti, tecnologie ad alta frequenza e sieri da migliaia di dollari, all’interno delle sempre più ambite “facial suites”.

Il volto prima del vestito: la skincare e i trattamenti del Met Gala

L’apparizione al Met Gala comincia ben prima dell’arrivo al Metropolitan Museum. Mentre l’industria della moda si concentra su outfit e accessori, celebrità e insider puntano sul make-up. Qual è il segreto di un aspetto favoloso? Non solo il giusto rossetto o contouring, ma come ci hanno insegnato negli ultimi anni i contenuti beauty di Instagram e TikTok anche una pelle sana, idratata, rimpolpata, soda, luminosa e dall’incarnato uniforme. Ed è qui che entrano in scena le facial suites: vere e proprie oasi di bellezza temporanee, allestite nei giorni che precedono l’evento, spesso in hotel di lusso come il The Mark o il Plaza. Con l’avvicinarsi dell’evento sociale più osservato dell’anno brand come Dior, Chanel e La Mer sponsorizzano spazi ad hoc e arruolano facialist di fama mondiale per offrire trattamenti esclusivi a star, stylist e truccatori. Già, perché da qualche tempo non sono solo Zendaya, Gigi Hadid o chi calca i red carpet a prenotare un appuntamento, ma aumentano le richieste di trattamenti viso da parte di truccatori, parrucchieri e altri membri dello staff che segue le celeb, stremanti dalla fatica e dallo stress del proprio lavoro.

Facialist: i nuovi architetti della bellezza

Il lavoro del facialist al Met Gala non è solo tecnico, è quasi architettonico: modellare, scolpire, illuminare. Non si tratta solo di idratazione o di rilassare i muscoli, ma di trasformare i tratti del volto, che appare più giovane, sodo, elastico, pronto a risplendere davanti a telecamere e flash dei fotografi. Non stupisce, quindi, che, prima di eventi importanti come il Met Gala, siano centinaia le celebrità che si rivolgono a specialisti come Joanna Czech, Shani Darden o Iván Pol per costruire, letteralmente, la base perfetta sulla quale creare make-up e look spettacolari. Per l’edizione dello scorso anno Shani Darden, celebre per la sua clientela che va da Jessica Alba a Shay Mitchell, aveva allestito un’intera pop-up spa nell’Upper East Side dove offriva trattamenti calibrati su misura come un abito di alta moda. Nel suo menù, gli highlights sono LED terapia, micro-correnti e maschere personalizzate, con protocolli messi a punto settimane prima dell’evento per garantire risultati duraturi e zero effetti collaterali. Il trattamento più richiesto? Quello Prestige Glow che combina peeling enzimatici leggeri, massaggi linfodrenanti e booster di ossigeno, lasciando la pelle radiosa ma senza stressarla. Perfetto per affrontare il make-up intenso e le ore sotto i riflettori. La filosofia generale è aiutare la pelle a fare il suo lavoro senza sovraccaricarla, quindi niente interventi drastici, solo tecnologia e principi attivi di altissimo profilo.

Le suite, nuovi santuari della preparazione

Abbiamo capito che i facialist sono trattati come stylist della pelle: volano da Los Angeles a New York in jet privati, stringono accordi di riservatezza con clienti e marchi e vengono citati nei ringraziamenti social come membri del glam team. Ma cosa accade davvero in queste suite per il viso, che ormai assomigliano più a lounge d’élite che a semplici cabine estetiche? Massaggi facciali, ossigenoterapia, linfodrenaggio, luce LED, microcorrente e trattamenti per disintossicare, scolpire e illuminare che, in un’unica seduta da 90 minuti, possono costare anche oltre 2.000 dollari. Molti di questi sono accessibili solo su invito, in spazi progettati per esprimere il valore del brand tanto quanto per offrire risultati concreti. Per chi non vuole lasciare nulla al caso, esistono anche trattamenti a domicilio e veri e propri beauty concierge disponibili H24. Il Corinthia Hotel di New York, ad esempio, ha dedicato l’intera settimana pre-Gala a un programma personalizzato che include rituali di skincare, sauna a infrarossi e menù detox, pensati per un’illuminazione integrata corpo-viso-anima. A questo scopo ha trasformato alcune delle sue spa in rifugi personalizzati per i VIP, creando esperienze multisensoriali con oli essenziali, musica ambient e rituali ispirati alla medicina ayurvedica. Non è raro che le suite per il viso diventino veri e propri backstage dell’evento. Qui, in camere temporanee trasformate in avamposti estetici, attrici, top model e direttori creativi entrano ed escono a rotazione fino al primo pomeriggio del lunedì, quando il red carpet si apre ufficialmente.

Il Super Bowl della skincare

Per i facialist, il Met Gala è ciò che il Super Bowl rappresenta per un quarterback: la vetta della visibilità, una partita da giocare a luci altissime. Nonostante la skincare non sia il cuore dell’evento, per chi la pratica rappresenta una scommessa che può valere oro. Lo ha detto chiaramente a Bof Sarah Akram, che gestisce la suite per il viso Dior al The Mark, dove il costo di una stanza di questo tipo si aggira intorno ai 2500 dollari a notte: “La suite riguarda la visibilità”, e in un mercato della bellezza di lusso ormai iper-affollato, anche un trattamento ben piazzato può consolidare posizioni, lanciare prodotti e convertire celebrity in testimonial. Non a caso, agenzie come The Wall Group inviano i loro elenchi di clienti ai pubblicitari che rappresentano i marchi per potenziali sponsorizzazioni, cercando di incastrare sponsor e clienti per trattamenti che possono valere decine di migliaia di dollari tra prodotti omaggio, contratti di pubblicità e post taggati. Ma la vera moneta resta il passaparola. “Quarant’anni fa era quello a renderti popolare o meno”, ha detto un facialist intervistato. E oggi, nonostante la dittatura degli hashtag, è ancora così: l’amico influente, il direttore creativo che consiglia il tuo nome, la celebrity che ti chiama direttamente. Il momento d’oro per intervenire? Il lunedì mattina, poche ore prima dell’apparizione pubblica. È lì che le tecniche come la microcorrente e il linfodrenaggio entrano in gioco, regalando lift istantanei e luminosità mozzafiato. Un incantesimo di bellezza che dura lo spazio di una favola, ma che può cambiare una carriera.