In verità, prima ancora del libro c’era TikTok, che ai tempi era conosciuto come Musically. È lì che una giovanissima Alessia Lanza coltiva la sua passione per i contenuti, per divertirsi come le ragazzine fanno tutti i giorni oggi. Un podcast, però, è un’altra cosa, e ce lo spiega lei stessa: “Sono cresciuta facendo video, mi viene naturale mettermi davanti a una telecamera, essere da sola nel mio bagno e registrare. È molto più facile per me rispetto all’invitare un ospite, fare in modo che si apra, che si senta a suo agio. La differenza maggiore tra i miei contenuti social e Mille Pare è proprio questa. Però sto imparando molto dal podcast” ammette. “Il podcast è al tempo stesso spontaneo e studiato. Perché devo prepararmi, ma poi quello che succede con l’ospite è unico. Io sono una perfezionista, devo conoscere l'ospite e studiarlo. È una sfida personale, per me. Imparo di più, anche perché ospito persone che per me sono un esempio, sia per come rispondono all’intervista che per le loro esperienze. Gli ospiti sono più grandi di me, quindi mi lasciano sempre qualcosa. Anche perché quasi tutti lavorano nel mio stesso ambito e quello che io sto vivendo adesso loro lo hanno già vissuto. Vedo che loro l’hanno affrontato e mi rendo conto che spesso non è un ostacolo grande come sembra”.
A proposito di ospiti, sulle poltroncine al suo fianco abbiamo visto Valentina Ferragni, Alfa, Martina Strazzer, Young Miless, Valentina Cabassi ma anche Gué, Camihawke, Favij e Fabio Rovazzi. Queste scelte, apparentemente casuali, nascondono uno scopo ben preciso: “Vado a pescare da mondi lontani, voglio persone che sanno raccontare cose che possono arricchire me e gli ascoltatori” ci racconta Alessia Lanza. “Sono ospiti interessanti, su cui sono curiosa, curiosa di sapere come vivono la loro esperienza. In primis scelgo persone che sono in ambiti diversi dal mio perché mi interessa tutto, non mi piace rimanere sulla superficie, voglio approfondire. Che sia il cinema, la musica, è bello così. Sono ospiti che incuriosiscono e che mi incuriosiscono, perché secondo me si possono imparare tante cose diverse da mondi diversi. Il mio podcast parte da me, dalla mia curiosità. Anche le domande partono da me, dall’Alessia curiosa. A volte vado fuori contesto, però a me interessa conoscere la vita delle persone, cosa gli piace fare”. Il podcast parte da lei, ma poi viene regalato al pubblico. Un po’ per aiutarlo, un po’ per tenergli compagnia, un po’ per fargli conoscere cose nuove, che poi sono quelle che Alessia Lanza in primis scopre di puntata in puntata. “Sento tanto la responsabilità di questa cosa”, ci confessa. “Appena sbaglio mi cade il mondo addosso. La mia paura più grande è quella di non saper comunicare come voglio quello che penso, quello che vivo. Cerco di non dare consigli, però, perché io non sono nessuno. Cerco di raccontare le mie esperienze, gli sbagli, perché questo è quello da cui si impara, anche quelli banali, tipo le lavatrici sbagliate in cui restringi i maglioni, ma anche quelli importanti, tramite le esperienze dei miei ospiti. E questi ultimi sono utili sia per me che per chi ascolta”.