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“Guardo verso il futuro con grande curiosità ma non voglio dimenticarmi di vivere il presente”

Guardo verso il futuro con grande curiosità ma non voglio dimenticarmi di vivere il presente
La sala riprese è piena di energia, un laboratorio creativo dove ogni dettaglio prende vita, i preparativi sono travolgenti come una turbina. Al centro di questo scenario Alessia Lanza, che ha saputo ritagliarsi una fetta di pubblico e una nicchia grazie anche al suo podcast, Mille Pare, prodotto da OnePodcast. In questo spazio - nella prima stagione grazie a una terapeuta e successivamente grazie al dialogo con ospiti sulla cresta dell’onda - affronta temi importanti per i giovani d’oggi, parla di cosa voglia dire crescere e affronta le sue paranoie, che sono anche quelle di ragazzi e ragazze della sua età, dai social network alla vita vera, mettendosi alla prova in prima persona. Alessia Lanza è una forza della natura e basta guardarla nel pieno dello shoot per capirlo. Tutta l’attenzione è su di lei, e la sua energia fa da calamita per tutti noi. Sorridente e disponibile, regge senza battere ciglio a ore di foto, cambi d’abito, di trucco e di parrucco. E quando riusciamo a scambiare due chiacchiere con lei non ha perso la sua voglia di comunicare. Comunicare, dopotutto, è la sua più grande passione. “Mi è sempre piaciuto chiacchierare” inizia, tra il serio e il faceto. La verità, però, è che la sua naturalezza ed efficacia nell’esprimersi, nell’essere relatable e nel farsi capire sta alla base non solo del suo podcast - che quando facciamo quest’intervista sta nel pieno della terza stagione - ma anche della sua carriera. “Da piccola ero molto timida ma nonostante tutto ho sempre voluto comunicare a un pubblico grande. Crescendo ho imparato a empatizzare, mi sono resa conto che per me era molto facile dire quello che pensavo, condividere i miei pensieri. Non mi imbarazzava farmi ascoltare. Quindi ho detto: questo è quello che voglio fare”. E lo ha fatto eccome, in diverse modalità. Prima del podcast, ad esempio, fu il libro, Non è come sembra, del 2022. “Il libro è stato un modo diverso di comunicare. Mi sono aperta tanto, ma ero più piccola. Adesso, se lo vado a rileggere, mi ritrovo in poche cose. Ed è anche bello e giusto così. Il podcast è stato un modo per aprirmi ancora di più. È stato più difficile. Ogni volta che registro apro la mia testa, è una sfida per me perché poi devo anche sentire quello che penso espresso ad alta voce. Ha un impatto diverso”. L’impatto sta anche nella ricezione, nella reazione del pubblico: “Si chiama Mille Pare, e infatti il fatto che possano sentirlo tante persone mi manda un po’ in para. È anche liberatorio, è stata una terapia d’urto, volevo e dovevo farlo, e quando l’ho fatto mi sono sentita più leggera”.
Comunicare, dopotutto, è la sua più grande passione. “Mi è sempre piaciuto chiacchierare” inizia, tra il serio e il faceto. La verità, però, è che la sua naturalezza ed efficacia nell’esprimersi, nell’essere relatable e nel farsi capire sta alla base non solo del suo podcast - che quando facciamo quest’intervista sta nel pieno della terza stagione - ma anche della sua carriera. “Da piccola ero molto timida ma nonostante tutto ho sempre voluto comunicare a un pubblico grande. Crescendo ho imparato a empatizzare, mi sono resa conto che per me era molto facile dire quello che pensavo, condividere i miei pensieri. Non mi imbarazzava farmi ascoltare. Quindi ho detto: questo è quello che voglio fare”. E lo ha fatto eccome, in diverse modalità. Prima del podcast, ad esempio, fu il libro, Non è come sembra, del 2022. “Il libro è stato un modo diverso di comunicare. Mi sono aperta tanto, ma ero più piccola. Adesso, se lo vado a rileggere, mi ritrovo in poche cose. Ed è anche bello e giusto così. Il podcast è stato un modo per aprirmi ancora di più. È stato più difficile. Ogni volta che registro apro la mia testa, è una sfida per me perché poi devo anche sentire quello che penso espresso ad alta voce. Ha un impatto diverso”. L’impatto sta anche nella ricezione, nella reazione del pubblico: “Si chiama Mille Pare, e infatti il fatto che possano sentirlo tante persone mi manda un po’ in para. È anche liberatorio, è stata una terapia d’urto, volevo e dovevo farlo, e quando l’ho fatto mi sono sentita più leggera”.
hero hero Il podcast Mille Pare è allo stesso tempo spontaneo e studiato. Perché devo prepararmi, ma poi quello che succede con l’ospite è unico.
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In verità, prima ancora del libro c’era TikTok, che ai tempi era conosciuto come Musically. È lì che una giovanissima Alessia Lanza coltiva la sua passione per i contenuti, per divertirsi come le ragazzine fanno tutti i giorni oggi. Un podcast, però, è un’altra cosa, e ce lo spiega lei stessa: “Sono cresciuta facendo video, mi viene naturale mettermi davanti a una telecamera, essere da sola nel mio bagno e registrare. È molto più facile per me rispetto all’invitare un ospite, fare in modo che si apra, che si senta a suo agio. La differenza maggiore tra i miei contenuti social e Mille Pare è proprio questa. Però sto imparando molto dal podcast” ammette. “Il podcast è al tempo stesso spontaneo e studiato. Perché devo prepararmi, ma poi quello che succede con l’ospite è unico. Io sono una perfezionista, devo conoscere l'ospite e studiarlo. È una sfida personale, per me. Imparo di più, anche perché ospito persone che per me sono un esempio, sia per come rispondono all’intervista che per le loro esperienze. Gli ospiti sono più grandi di me, quindi mi lasciano sempre qualcosa. Anche perché quasi tutti lavorano nel mio stesso ambito e quello che io sto vivendo adesso loro lo hanno già vissuto. Vedo che loro l’hanno affrontato e mi rendo conto che spesso non è un ostacolo grande come sembra”.
A proposito di ospiti, sulle poltroncine al suo fianco abbiamo visto Valentina Ferragni, Alfa, Martina Strazzer, Young Miless, Valentina Cabassi ma anche Gué, Camihawke, Favij e Fabio Rovazzi. Queste scelte, apparentemente casuali, nascondono uno scopo ben preciso: “Vado a pescare da mondi lontani, voglio persone che sanno raccontare cose che possono arricchire me e gli ascoltatori” ci racconta Alessia Lanza. “Sono ospiti interessanti, su cui sono curiosa, curiosa di sapere come vivono la loro esperienza. In primis scelgo persone che sono in ambiti diversi dal mio perché mi interessa tutto, non mi piace rimanere sulla superficie, voglio approfondire. Che sia il cinema, la musica, è bello così. Sono ospiti che incuriosiscono e che mi incuriosiscono, perché secondo me si possono imparare tante cose diverse da mondi diversi. Il mio podcast parte da me, dalla mia curiosità. Anche le domande partono da me, dall’Alessia curiosa. A volte vado fuori contesto, però a me interessa conoscere la vita delle persone, cosa gli piace fare”. Il podcast parte da lei, ma poi viene regalato al pubblico. Un po’ per aiutarlo, un po’ per tenergli compagnia, un po’ per fargli conoscere cose nuove, che poi sono quelle che Alessia Lanza in primis scopre di puntata in puntata. “Sento tanto la responsabilità di questa cosa”, ci confessa. “Appena sbaglio mi cade il mondo addosso. La mia paura più grande è quella di non saper comunicare come voglio quello che penso, quello che vivo. Cerco di non dare consigli, però, perché io non sono nessuno. Cerco di raccontare le mie esperienze, gli sbagli, perché questo è quello da cui si impara, anche quelli banali, tipo le lavatrici sbagliate in cui restringi i maglioni, ma anche quelli importanti, tramite le esperienze dei miei ospiti. E questi ultimi sono utili sia per me che per chi ascolta”.
Visto che questa stagione di Mille Pare ruota tutta attorno agli ospiti, le chiediamo vanamente di dirci qualche nome, di farci qualche spoiler. “No no, sono scaramantica” esclama Alessia, ridendo. “Preferisco tenere tutto per me e poi lanciare la bomba dicendo: ‘Avete visto chi vi ho portato?’ Sicuramente posso dirvi che continueranno a essere persone di mondi diversi, perché è più interessante e divertente così”. Vige dunque una severa politica di no spoiler che si applica anche alla fatidica domanda sul futuro. “Io voglio continuare a essere curiosa, ad avere voglia di fare. Il mio sogno è quello di presentare, di fare tanta gavetta, di intervistare, di andare in Duomo a chiedere alle signore che gelato hanno comprato” risponde parlando veloce, e la passione si percepisce nel suo modo di gesticolare, nel modo in cui le brillano gli occhi. “Spero di rimanere sempre umile ma di avere obiettivi sempre più alti. Sono una gran sognatrice ma rimango con i piedi per terra, guardo verso il futuro con grande curiosità ma non voglio dimenticarmi allo stesso tempo di vivermi il presente”.
hero hero Spero di rimanere sempre umile ma di avere obiettivi sempre più alti. Sono una gran sognatrice ma rimango con i piedi per terra.
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Credits:
Photographer Michele Perna 
Stylist Sofia Spini 
Make Up Valeria Aveta 
Hair Graziella Cassanelli 
Videomaker Sofia Atzori
Set Designer Alina Totaro
Ph. Assistant Antonio Sanasi 
Stylist Assistants Elena AngelelliGiorgia CaliaRoberta Ciferri
Set Designer Assistant Francesca Consonni
Editorial Coordinators Elisa Ambrosetti, Cecilia Corsetti
Interview Priscilla Lucifora