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“Vestire i panni di M¥SS KETA fa vibrare la parte interiore di me stessa”

Vestire i panni di Myss Keta fa vibrare la parte interiore di me stessa
Sembra quasi uno scherzo che Milano sia così bella e soleggiata proprio nel giorno in cui dobbiamo fotografare un’artista che Milano l’ha raccontata e la racconta nei suoi aspetti più belli e contemporanei, ma con un velo di sordidezza ironica, giocando con i suoi stereotipi e pregiudizi. Ancora più ironico è che, mentre splende il sole, lo shooting si svolga al chiuso, in un freddo garage di auto d’epoca. M¥SS KETA però non si fa abbattere, anzi vive di queste contraddizioni, come ci racconta lei stessa. I suoi cambi d’abito, oltre a essere segretissimi, sono anche complessi. La sua dedizione alla causa, però, vince. Quando riesco a intervistarla, tra un cambio di scena e l’altro, ho di fronte una professionista concentrata, che riesce a switchare da persona a personaggio (e viceversa) con un respiro profondo e uno schiocco di dita. Il 2025 di M¥SS KETA è frizzante, prorompente e punto” esordisce, gesticolando nella maniera che l’ha resa così facilmente riconoscibile e imitabile. La parola "punto", intesa come terza parola e non come chiusura di un discorso, è anche il titolo del suo nuovo album. Anzi, per essere esatti, dovremmo dire che l’album si intitola “.”, il segno grafico. “È un album freschissimo", ce lo racconta così la M¥SS, seduta sul sedile guidatore dell’automobile scelta per gli scatti, fasciata in una tutina color carne, con il viso coperto e solo le labbra visibili. “Se non lo avete ancora ascoltato vi state perdendo quello che di più bello è successo nel 2025. Punto”. Poi l’orgoglio dell’artista traspare, al di là delle frasi ad effetto, che comunque non guastano mai: “Dal punto di vista artistico mi soddisfa tantissimo, ne sono orgogliosa e non vedo l’ora di portarlo in tour in Italia e in Europa. È il mio album più viscerale. Arriva dopo un percorso che parte dal 2013. Niente viene fatto senza un percorso. Questo album è frutto di tutto quello che ho fatto, raccontato e cantato precedentemente. Non è un cambio di direzione, è più una presa di coscienza di una posizione mia mentale, del fatto che non voglio più andare contro i miei desideri e il mio istinto. Ho capito che quello che mi soddisfa di più è far fluire quello che ho dentro, nello stomaco, nelle viscere, direttamente fuori. Farlo senza filtri, in maniera più indipendente, autonoma e coerente possibile”.
Il 2025 di M¥SS KETA è frizzante, prorompente e punto” esordisce, gesticolando nella maniera che l’ha resa così facilmente riconoscibile e imitabile. La parola "punto", intesa come terza parola e non come chiusura di un discorso, è anche il titolo del suo nuovo album. Anzi, per essere esatti, dovremmo dire che l’album si intitola “.”, il segno grafico. “È un album freschissimo", ce lo racconta così la M¥SS, seduta sul sedile guidatore dell’automobile scelta per gli scatti, fasciata in una tutina color carne, con il viso coperto e solo le labbra visibili. “Se non lo avete ancora ascoltato vi state perdendo quello che di più bello è successo nel 2025. Punto”. Poi l’orgoglio dell’artista traspare, al di là delle frasi ad effetto, che comunque non guastano mai: “Dal punto di vista artistico mi soddisfa tantissimo, ne sono orgogliosa e non vedo l’ora di portarlo in tour in Italia e in Europa. È il mio album più viscerale. Arriva dopo un percorso che parte dal 2013. Niente viene fatto senza un percorso. Questo album è frutto di tutto quello che ho fatto, raccontato e cantato precedentemente. Non è un cambio di direzione, è più una presa di coscienza di una posizione mia mentale, del fatto che non voglio più andare contro i miei desideri e il mio istinto. Ho capito che quello che mi soddisfa di più è far fluire quello che ho dentro, nello stomaco, nelle viscere, direttamente fuori. Farlo senza filtri, in maniera più indipendente, autonoma e coerente possibile”.
hero hero Il piacere della seduzione me lo dà il pubblico europeo, il piacere del godimento lo traggo da quello italiano.
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È molto interessante intervistare un personaggio, mette un po’ in soggezione. Soprattutto quando non puoi guardarlo negli occhi, quando è uno dei segreti meglio tenuti dello star system italiano. Il gioco però si raffina. Paradossalmente, mi sembra che rimuovendo la componente strettamente personale e con lei lo sguardo, si riesca a essere ancora più sinceri mettendo al primo posto M¥SS KETA, il progetto artistico, il personaggio che è di tutti. “M¥SS KETA​​ è un personaggio fantastico, surreale e favoloso che viene calato nella realtà e da lì non si schioda. Per farlo uso gli artifici della maschera e degli occhiali, ma non per questo M¥SS KETA è slegata dalla realtà, anzi”. Cerchiamo di andare più a fondo: “Non sono io la prima ad aver detto ‘datemi una maschera e vi dirò la verità’. Il gioco della maschera, nell’arte e nella performance, è sempre un gioco di svelamento. Tutti quelli che l’hanno provato possono dirlo. Pensate a quello che succede a Carnevale, ci si veste per svestirsi, per mostrare i lati più ludici e leggeri. Se vi siete travestiti almeno una volta, se avete giocato a essere un personaggio capirete di cosa sto parlando. Vestire i panni di M¥SS KETA è fare vibrare una parte molto interiore di me stessa. Provare per credere”.
Presto anche l’Europa conoscerà M¥SS KETA, le abbiamo dunque chiesto come si sta preparando e quale sia la differenza tra il pubblico italiano e quello internazionale. “Fervono i preparativi” esordisce la M¥SS. “A marzo sarò in tutta Europa, ad aprile in tutta Italia. Un po’ di ginnastica va fatta, altrimenti non lo reggo un tour così intenso sul palco. Infatti, se verrete, vi consiglio di allenarvi” e noi prendiamo nota. “Lo sto preparando così: murata dal lunedì al lunedì di prove. Sto cercando di definire una scaletta molto tachicardica, molto intensa, che segua l’intensità dell’album. Voglio metterci tutte le canzoni di M¥SS che contengono la stessa cattiveria, la stessa presa sul beat. Punto. Sto lavorando con i ballerini, per creare uno spettacolo completo. Vorrei creare un momento rituale, di condivisione, in cui possiamo sentirci tutti veramente liberi”. Per quanto riguarda l’Europa aggiunge: “Iniziare da lì è interessante, spesso il pubblico internazionale non mi conosce bene come quello italiano. Mi piace che sia così, tiene vivo il gioco di seduzione con il pubblico, quello che in Italia ho fatto qualche anno fa. C’è sempre gente che conosce M¥SS KETA da poco tempo, mi piace doverla agganciare, sedurre, attrarre. Non è un dovere, è un piacere. Il piacere della seduzione me lo dà il pubblico europeo, il piacere del godimento lo traggo da quello italiano".
Questo passaggio dall’Italia all’Europa comporta anche un aumento di fama, un suo allargamento. M¥SS KETA è passata, sotto i nostri occhi, dall’essere la preferita di pochi a un’artista di fama europea. “M¥SS KETA​​ è in giro da un po’ di tempo, e durante questo percorso c’è stata una crescita, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista pop, cosa che adoro. Mi piace il fatto di essere entrata nell’immaginario pop. Io ne sono ossessionata, soprattutto da quello italiano televisivo e post televisivo. Era giusto che il personaggio di M¥SS KETA superasse le barriere, per esprimersi ed esplorare al meglio, perché è un personaggio a cavallo tra musica, visivo, immaginari, discorsi, argomenti. Mi piace veleggiare su diversi campi, mi stuzzica. Quando questo viene riconosciuto anche a livello nazional popolare italiano - che è unico al mondo, un vero marchio DOP - è ancora meglio”. Insomma è nel suo elemento, a cavallo tra l’italianità e il mondo: “Il fatto di poter portare il tour in Europa con un album in lingua italiana è un onore, è un’ulteriore conferma della potenza musicale del progetto. Mi piace essere forte sia dal punto di vista musicale che da quello pop. Mi sono fatta le ossa in questi anni, vedere il riscontro esterno mi rende contenta. C’è ancora tanto da fare, ne vedrete delle belle”.
Siamo stati in Europa, ma adesso torniamo a Milano. Per anni, M¥SS KETA è stata il simbolo di una certa Milano, quella inclusiva e arcobaleno, quella di Porta Venezia. Milano, però, non è mai la stessa. “La città cambia più velocemente del mondo contemporaneo. È proiettata sul mondo, con una posizione strategica, industriale. C’è un pullulare di creatività che raramente si vede in altre città italiane, è più aperta e più connessa con i cambi del mondo contemporaneo, con quello che succede fuori” dice M¥SS KETA. “Quello che è rimasto delle Ragazze di Porta Venezia è l’esserlo, lo spirito. È slegato dal genere, dal luogo geografico, è un modo di essere. Cantarlo nel 2015 aveva un certo tipo di significato, perché era un momento in cui Porta Venezia era una meta LGBTQIA+ forte e non era così conosciuta ai più. Il significato ultimo è quello di appropriarsi della propria identità, condividerla con la propria comunità, esserne orgogliosi e anzi celebrarla. Questo lo faccio ancora tutti i giorni, e vedere ragazze di Porta Venezia in tutta Italia mi rende orgogliosa. Bisogna sempre assecondare la ragazza di Porta Venezia che è dentro di noi”. Milano, dunque, è solo una delle tante sue fonti di ispirazione, che sono tantissime: “Ogni cosa che faccio può essere una fonte di ispirazione. Il posto in cui vivo, i concerti a cui vado, i film, gli amici, le persone, i libri che leggo, anche me stessa. In base alle mie letture e ai film che guardo cambiano gli argomenti di cui voglio parlare, quelli che voglio approfondire. Succede anche con la musica. Mi piace andare verticale sui generi, adoro essere super orizzontale, passare dalla musica classica moderna al dj set techno passando per il pop. Adoro essere ispirata, sono sempre a caccia di tutto questo cibo mentale. Sono affamata di input”.

L’ultima domanda, come sempre, verte famigerata sul futuro: “Il futuro immediato di M¥SS KETA è molto semplice. Ci sarà un tour, in Europa e in Italia. Per il futuro sto facendo comprare un paio di macchine guidate dall’intelligenza artificiale per me e per il mio team. A parte questo, mi viene difficile comprenderlo. Sto guardando al futuro con la nebbia invernale milanese, quella che si poggia d’inverno e ti impedisce di vedere un po’ più in là. O forse sono i tempi in cui viviamo che sono nebbiosi, bui, nuvolosi. Non riesco a vedere. Cerco di guardare step by step quello che succede. Intanto, per il 2025 sono carica. Abbiamo un tour davanti, ketamini da incontrare e da nutrire, e questo sarà fatto. Per il resto, voglio prendermi la libertà di essere fluida, non solo dal punto di vista - come sapete - sessuale ma anche dal punto di vista mentale. È il mio obiettivo”.
hero hero Bisogna sempre assecondare la ragazza di Porta Venezia che è dentro di noi.
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1st Look:
Dress VIRGINIA BRUNI, shoes GIUSEPPE ZANOTTI, visor stylist’s own. 

2nd Look:
Top MM6 MAISON MARGIELA, shirt stylist’s own, skirt MONIQUE FEI, shoes FRANCESCA BELLAVITA, hat ILARIUSS, sunglasses TOM FORD. 

3rd Look:
Dress JORDANLUCA, sunglasses CARRERA. 

4th Look:
Rings JOLIPINJ. 

5th Look:
Dress MONIQUE FEI, hat ILARIUSS, sunglasses TOM FORD.

6th Look:
Dress SALVATORE CRISCITELLO, sunglasses PIERRE CARDIN.

Credits:

Photographer Lera Polivanova 
Stylist Domenico Scialò 
Videomaker Sofia Atzori
Stylist Assistant Alisia Marcacci
Interview Priscilla Lucifora